Il cannonau

Pubblicato il : 01 Aprile 20203 tempo di lettura minimo
vitigno_cannonau

l Cannonau è il vitigno a bacca nera più diffuso in Sardegna. La coltivazione di questo vitigno è diffusa in tutta l’isola ma concentrata nelle zone più centrali del territorio, nelle zone più interne, in particolare l’Ogliastra. Quì la Doc si articola nelle tre sottozone: Jerzu, Oliena e Capo Ferrato.

Dalle uve cannonau si produce prevalentemente il vino DOC Cannonau di Sardegna, rosso o rosato, ottenuto con al minimo il 90% di uve cannonau ed il 10% di uve a bacca nera.

Non se ne conosce con certezza l’origine e anche se la maggior parte degli esperti è concorde nel ritenerlo importato dalla penisola iberica. Resti di vinaccioli risalenti a 3200 anni fa sono stati infatti ritrovati in diverse zone dell’isola, facendo del Cannonau il probabile vino più antico del Mediterraneo.

Il Cannonau è il vitigno più coltivato in Sardegna, con una superficie complessiva di 7.500 ha (di cui oltre 1.700 a D.O.C.), pari quasi al 30% dell’intera superficie regionale investita a vigneto (che negli ultimi anni si è ridotta in seguito ai notevoli espianti favoriti dai regolamenti della UE e si è attestata intorno ai 35.000 ha), percentuale che sale a oltre il 31% considerando solo le aree a D.O.C.; esso inoltre arriva a circa l’80% nella provincia di Nuoro.

Questo vitigno è in genere allevato ad alberello latino, anche se nei nuovi impianti è presente in forme appoggia­te più espanse; germoglia in ritardo cioè dopo l’epoca ordinaria e pertanto scansa i danni causati dai freddi tardivi; richiede potatura corta, in quanto le gemme a frutto sono le prime tre del tralcio.

Non ha particolari esigenze pedo cli­matiche ed è per questa ragione che si è diffuso in tutta l’Isola.Sulla base di queste considerazioni il vitigno Cannonau è abbastanza plastico, rustico, molto vigoroso, adatto ad essere allevato sia con una potatura corta che con capi a frutto da 10 gemme.

Ha una gradazione alcolica di 13,5% Vol e va consumato a una temperatura di 16/18 gradi. Si presenta di colore rosso rubino tendente al granato quanto più invecchia. Ha un profumo di frutta rossa matura come prugne e more, talvolta speziato, tendente al resinato, ampio, floreale di rosa passita.

Il gusto è secco, sapido, strutturato, molto caldo, morbido e con un retrogusto amarognolo leggermente tannico, di grande persistenza. Si abbina a piatti gustosi e decisi, come gli arrosti di carni rosse, il porchetto, l’agnello o il capretto. Ma si accompagna bene anche alle cacciagioni come il cinghiale in umido. E’ ottimo anche con i formaggi stagionati, dal gusto forte, deciso.

“A te consacro, vino insulare, il mio corpo e il mio spirito…Possa tu senza tregua fluire dal quarterolo alla coppa e dalla coppa al gorgozzule. Possa io fino all’ultimo respiro rallegrarmi dell’odore tuo, e del tuo colore avere il mio naso sempre vermiglio… – …sono certo che se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi, e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scalpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domos de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi…”
– G. D’Annunzio –

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